Terra Napoli www.terranews.it – martedì 9 agosto 2011

Mauro Boccuni, 2011

Mauro Boccuni, 2011

La settimana scorsa ho presentato una playlist condivisa tra questo appuntamento settimanale su Terra News/Terra Napoli e il mio blog “Dipende! L’arte di essere “indipendenti(http://musica.illimitarte.com/).

Dipende playlist n° 1 by Mauro Boccuni

Nel corso dei mesi che seguiranno, proporrò delle Dipende! playlist curate sempre da me, Mauro Boccuni, con le quali potrete continuare ad apprezzare l’idea che la Campania e i musicisti che vi lavorano e vivono sono ben altro e ben oltre che l’idea di una passione 🙂

A volte addirittura una passio christi! Come quella dell’ennesimo raduno da sagra che, in disprezzo delle feste popolari, un tempo permettevano ai partecipanti – famiglie e codazzi rumorosi di giovinastri in effervescenza ormonale estiva – di trascorrere un paio d’ore di serena distensione tra banchetti di nocelle, dolciumi, la padella miracolosa, il tritatutto a soli tot euri e la cantata del pop singer dell’ultima stagione. Tutto funzionava come da regola e tutti erano moderatamente appagati.

Oggi invece abbiamo il “festival degli indipendenti”. Ne ho già scritto nelle settimane passate.

Sono stato sabato 23 e domenica 24 luglio all’ultima edizione del “Farci Sentire” che, come leggo dal sito all’indirizzo www.farcisentire.it, è stato battezzato ben otto anni fa dall’associazione Arcifelix di Scisciano con l’ “insolito” obiettivo di ” incentivare la musica underground italiana e non, dando spazio a gruppi o solisti emergenti che “aprono” l’esibizione di un gruppo di “professionisti” con la quale si conclude la manifestazione.” Così recita il disclaimer del festival e così lo riporto.

Un ennesimo flop di affluenza come molte altre prove analoghe sul territorio della provincia di napoletana hanno riportato in questa estate. Non più di ottocento persone su due serate, complice forse anche la temperatura. Fatti salvo due gruppi della prima serata i Borderline della Subcava Sonora e

Sixth Minor

i Sixth Minor che non conoscevo e di cui voglio approfondire la produzione, le altre band sono state modeste per proposta e bassa autostima durante l’esibizione. Non riprendo il discorso già affrontato sulla gestione del mixer per non infierire ancora sull’argomento e su un livello di organizzazione che confonde (forse) l’ordine pubblico con l’inefficienza dei cambi di palco, con la mancanza di un conduttore in grado di valorizzare le band emergenti. Insomma un disastro inaccettabile per un appassionato di gruppi emergenti come me!!!

perturbazione del nostro tempo rubato

perturbazione del nostro tempo rubato, 2011

La presenza degli headliner, i Perturbazione e i Calibro 35, ha confermato inoltre quanto sia mediamente indifferente il pubblico dell’area napoletana al genere rock nelle sue varie espressioni.

Calibro 35, "Ritornano quelli dela Calibro 35", 2010

Calibro 35, "Ritornano quelli dela Calibro 35", 2010

Non si può pretendere che un musicista assecondi o che “si interroghi” sulla domanda locale, non si può chiedere al pubblico di dovere accettare qualunque suggestione musicale per amore della propria città, delle radici. Non si può altresì affidare la promozione  delle band che vivono di piccole e limitate, ma significative esperienze ad organizzazioni che fanno della loro indiscutibile buona fede uno scudo per non ammettere che queste soluzioni non pagano più!

Suggerisco di produrre molti meno festival, di intitolarli “raduni”, di collaborare in rete con le altre associazioni che in Campania coltivano gli stessi interessi e di scegliere location più decentrate ma capaci di accogliere i campeggiatori per una due giorni di Pace & Amore.

Per commenti e suggerimenti: mauro.boccuni@gmail.com oppure sul blog ” Dipende! L’arte di essere “indipendenti” all’indirizzo http://musica.illimitarte.com.

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Terra Napoli www.terranews.it – martedì 2 agosto 2011

Mauro Boccuni, 2011

Mauro Boccuni, 2011

Il “Fare Palco” per i musicisti, durante tutto l’anno, è una necessità, è un tema molto sentito dal sottoscritto e dai gruppi di indipendenti. MA, per il momento, è un tema che trova diversi ostacoli di natura culturale, manageriale, amministrativa ed economica al suo effettivo avvio, in area campana.

In questo articolo di inizio agosto,  voglio quindi preparare una rassegna più “leggera”. Preparo per i lettori di Terra News/Terra Napoli la prima di una serie di playlist costituita da pezzi di musicisti indipendenti la cui produzione non può mancare nel vostro lettore mobile/pc juke box.

Vi suggerisco dieci pezzi che nell’ordine sono: BORDERLINE – “Estate”, GENTLEMEN’S AGREEMENT – “A loss of time”, MARENIA – “Scantu”, MOODHULA – “Freddy’s mood”, CONCERTO MUSICALE SPERANZA – “La Safari Gialla”, ANSIRIA – “Criminal soldier”, KATRES –  “Coiffeur”

Dei BORDERLINE e del loro EP ” Bere Fuoco” uscito per la Subcava Sonora nel 2011 (l’EP è un lavoro più breve di un long playing) ho già scritto in un precedente articolo su Terra Napoli. Se dovessi associarli ad un film, la pellicola adatta sarebbe “Funny games” di Michael Haneke, prima versione. Ascoltate “Estate” che diverte, senza illudere, mentre il piedino e le spalle battono, ad un passo dal baratro, quattro. Seguono I GENTLEMEN’S AGREEMENT che saranno il nove di agosto sul palco del Sziget Festival (www.szigetfestival.it ) a Budapest perché hanno VINTO lo SZIGET SOUND FEST ! Vi suggerisco di ascoltareA loss of timedal loro ultimo lavoroCarcaràpubblicato da Materia Principale nel 2011. Il film che descrive l’atmosfera del brano è “Cotton Club” di Coppola, trasportato sulle spiagge di Acapulco. Ed è solo l’inizio della storia di Carcarà che cede il passo ai MARENIA e al loro cdScantupubblicato da illimitarte nel 2010.  Ho scelto la title track dell’albumScantu“, un lavoro/diario sui “blues” di cui è vittima il Sud del mondo composto, suonato arrangiato e prodotto da Maria Ylenia Trozzolo e Lello Cardone. Maria Ylenia è la voce più intensa che sia in circolazione attualmente in Italia tra gli emergenti ed l’autrice del brano, impreziosito dalla finezza esecutiva di Lello.Freddy’s mood è l’unico brano strumentale dal cdRewind – Play Solo andata” pubblicato dalla Fullheads nel 2011, a nome dei MOODHULA. Raffaele De Mato “Rapha”voce, programming, piano della band mi dice che lo usano per aprire i loro live. Hanno ragione. Voi se volete spostatelo in pole position. Nel 2010, Pino Ciccarelli autore, arrangiatore e direttore del CONCERTO MUSICALE SPERANZA ha pubblicato per la Polosud Records il suo primo lavoro “Processione d’ammore“. E’ stato difficile preferirne una per questa Boccuni’s playlist, ma alla fine ha prevalso il sapore prog de “La Safari Gialla“. Qualche settimana fa vi ho parlato de “Il vuoto e la sua vanità” degli ANSIRIA. Ho inserito in playlist “Criminal Soldier” uno dei quattro brani trainanti del cd prodotto  da Afrakà records – Full Heads nel 2011. L’introduzione è, come del resto tutto il cd, un omaggio alle chitarre di Jeff Buckley. Su dieci brani in playlist, due soli sono interpretati da una voce femminile. Ora è il turno di KATRES nome d’arte di Teresa Capuano che non ha ancora all’attivo un cd ma ha registrato tanto e soprattutto raccoglie molti consensi nelle esibizioni dal vivo. Io ve la propongo in un suo pezzo, per me già classico “Coiffeur“.

Questa playlist n°1 assieme a tutti gli indirizzi per ascoltare e comprare la musica degli artisti della playlist la trovate anche sul mio blog ” Dipende! L’arte di essere “indipendenti” all’indirizzo http://musica.illimitarte.com.

Per commenti e suggerimenti: mauro.boccuni@gmail.com

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Playlist n° 1 TerraNapoli Agosto 2001

Mauro Boccuni, 2011

Mauro Boccuni, 2011

Questa è la Dipende! playlist n° 1 che ho preparato, assemblato sul blog e proposto ai lettori di Terra News a partire dalla prima settimana di agosto 2011 per tutto il mese attraverso la rubrica del quotidiano.

Le scelte dei brani presenti in questa prima lista, come nelle altre che seguiranno nei prossimi mesi, sono state dettate esclusivamente dai miei gusti, è inutile girarci intorno. A chi avrei dovuto chiedere il permesso di preparare la “cassetta digitale” in video se non a mè stesso? Io amo questa musica, ascolto quotidianamente questi musicisti che per me rappresentano la colonna sonora degli ultimi due anni almeno.

Io mi auguro di riuscire a trasportare – di continuare a trasmettere –  quanto prima questa bellezza, questa effervescenza musicale, questo panorama di eccellenza campana nelle frequenze di uno spazio radiofonico del territorio.

Merita la vostra sorpresa, la vostra gioia, la speranza che il Nuovo è sempre esistito come il sole che sorge ogni giorno.

Signori e signore venite all’ascolto di Dipende! playlist n° 1 a cura di Mauro Boccuni 🙂

Estate da Bere fuoco dei Borderline, Subcava Sonora 2011

A loss of time da Carcarà, The Gentlemen’s Agreement, Materia Principale 2011

My time da Rewind – Play Solo andata, Moodhula, Fullheads 2011
(La mia playlist suggerisce l’ascolto di Freddy’s mood che non è disponibile su internet)

Scantu da “Scantu“, Marenia, illimitarte 2010

La safari gialla da “Processione d’ammore“, Concerto Musicale Speranza, Polosud Records, 2009

Riuscirò da “Il vuoto e la sua vanità“, Ansiria, Afrakà/Fullheads, 2011
(La mia playlist suggerisce l’ascolto di Criminal Soldier che non è disponibile su internet)

Coiffeur, Katres

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Terra Napoli www.terranews.it – martedì 26 luglio 2011

Mauro Boccuni, 2011

Mauro Boccuni, 2011

Ho conosciuto Claudio Domestico degli GNUT in occasione di una serata al COC 88 in coppia con Dario Sansone, a fine giugno.

Degli GNUT avrò modo di scrivere in maniera più dettagliata in occasione dell’uscita del loro prossimo lavoro nell’autunno 2011, come lo stesso Claudio ci dice nel corso di questa intervista.

Mauro Boccuni (MB): “Sono uno zingaro attualmente”. Me lo hai rivelato con naturalezza, dopo pochi minuti dal nostro primo incontro. E me lo hai spiegato. Lo vuoi raccontare anche ai lettori di Terra?

claudio domestico, Gnut,2011

Claudio Domestico (CD): Amo definirmi un nomade, dato che il mio lavoro di musicista e la mia voglia di condivisione artistica mi spinge a non trattenermi nella stessa città per più di un paio di settimane.
Ho questo stile di vita da quasi 3 anni e nonostante la stanchezza, le notti su divani a casa di amici e viaggi interminabili posso ritenermi soddisfatto.
Tra Milano, Roma ,Napoli e Parigi ho vissuto negli ultimi anni esperienze meravigliose che mi hanno insegnato tanto.
Mi auguro di viverne ancora tante e di restare giovane per sempre:)

MB: Secondo la tua esperienza, a quali tentazioni o vincoli il mercato dell’industria musicale sottopone, in ogni caso, un musicista che faccia dell’indipendenza una scelta?

CD: La tentazione più grossa è la lontana possibilità di farti vivere con la musica che scrivi. I vincoli sono quelli che tramutano questo sogno realizzato nell’incubo di dover fatturare delle cifre, rientrare in investimenti,puntare a tipi di pubblico e quindi paradossalmente a mettere la tua musica in secondo piano.
Io non ho mai avuto una grossa struttura alle spalle e sono sempre stato completamente indipendente e mi va bene per il momento.
Poi se un giorno mi darà la possibilità di avere la vita che voglio allora continuerò così, se no mi inventerò qualcosa.

MB: Hai dato vita al progetto LiveinCam, un’iniziativa con cui hai voluto offrire un palcoscenico virtuale attraverso internet alle band indipendenti. Pro e contro di questa esperienza con la dimensione sociale delle tecnologie.

CD: Liveincam è stato un bellissimo esperimento. L’idea è nata una notte con Gino Fastidio con il quale ci siamo adoperati per realizzarlo, coinvolgendo anche Silvio Scala che ha curato gli aspetti tecnici della questione.
Ci sono stati momenti altissimi e live indimenticabili.
Una cosa bellissima di questa iniziativa è stata l’atmosfera magica che si creava durante le dirette, sembrava di far parte di una delle prime radio libere degli anni ’60/’70.
Le nuove tecnologie possono migliorare tanto la nostra vita ma possono anche rovinarcela, vanno solo gestite bene.

MB:  Non ti ho rivolto di proposito domande sulla prossima uscita, le date e compagnia cantando. Se vuoi proprio parlarne ora puoi, se no ci risentiamo, Da indipendenti. 🙂

CD: Il prossimo uscirà ad ottobre e si chiamerà “Il rumore della luce” ma forse è meglio riparlarne in autunno.

In conclusione vi ricordo che gli GNUT li potete ascoltare su MySpace, su Facebook, e che su You Tube potete seguire il video di “Controvento”, un’anticipazione tratta dal “Rumore della luce”. Alla prossima

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Polemiche e tribunali mediatici da cortile. Targati Napoli DOC

  1. Corriere del Mezzofiorno – Scalabrini: «Elton John, uno scandalo? No, è solo una polemica dei leghisti»
  2. Liquida – Dario Scalabrini
  3. Il Mattino – Sigilli all\’Acciaieria, salta Paul McCartney A rischio anche Modà e George Michael

Tre articoli raccolti sul web sulle solite chiacchiere che animano le reazioni dei fronti politici sul chi, il dove, il come ed il perchè circa l’ “intensa” offerta culturale di Napoli e provincia.

Ci sono validi motivi per entrare nella questione e cercare i fatti – ho scritto i FATTI – che determinano questo genere di farsa pubblica.

Ma ci sono anche altrettanti motivi più che validi per abbandonare l’argomento, lasciare questa città al suo destino, rimanere al Sud, anche in Campania e continuare la propria azione giornalistica, promozionale e divulgativa con diversa serenità.

Leggo ad esempio nell’articolo di Vacalebre sulla chiusura dell’Acciaieria Sonora che il Comune avrebbe dato i permessi e dopo tre mesi i Vigili avrebbero reclamato verifiche a proposito di permessi non ottenuti. Non vuole essere ingenuità della prima ora la mia, ma Comandante dei Vigili e Sindaco non dovrebbero agire di un MINIMO comune accordo? O a Napoli le leggi dello Stato viaggiano, come sempre su binari, alternativi? In tal caso, ci attrezziamo tutti 🙂

Anche la migliore delle musiche dopo il centesimo ascolto provoca rigetto 🙂

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Terra Napoli www.terranews.it – martedì 19 luglio 2011

Mauro Boccuni, 2011L’estate arriva e la provincia italiana esce fuori dalle tane invernali a fare “agorà” nella splendida decadenza architettonica e paesaggistica di una penisola in affanno da ossigeno economico e da prospettive a lungo termine.
Se il popolo è in affanno, i “musicisti servi” , i soliti ignoti come al solito, non ne parliamo. Ma la bella stagione apre loro le porte della kermesse festivaliera. E tutti accorrono per pochi euri compreso il rimborso più ritorno a casa in nottata. Un tempo il festival era una sintesi ragionata di una stagione artistica particolare in un territorio che, attraverso la manifestazione, accoglieva spettatori e potenziali visitatori, collocandosi così nelle mappe del turismo o delle occasioni uniche per l’artista ospite.
Oggi è solo una parola chiave di accesso burocratico al finanziamento di sagre paesane cum palco und luci/fumi sul quale si celebra il trionfo dell’autoesaltazione della militanza musicale “contro” di chiunque imbracci una chitarra e abbia tempo per recitare la parte dello springsteen di provincia. Non c’è niente di male in tutto ciò, ma mettere insieme gli alunni di una scuola con professionisti di talento, può generare disaffezione nel pubblico che del tutto sordo non è mai.

ludovico-van-festivalRadio Entropia Indie Fest, 2011Sono stato sabato 2 luglio al Ludovico Van di Montemiletto e venerdì 8 luglio al Radio Entropia Indie Fest a Marigliano. Ambedue le iniziative si svolgevano su due giornate nel corso delle quali l’offerta al pubblico era di varia natura: dall’informazione sociale al body painting, dall’etichetta indipendente al prodotto tipico. Lo spirito dei presenti che tendevano ad arrivare con nonni, zie, pupi in carrozzina, compagni e compagne in abbigliamento rigorosamente “alternativo” DOC , dicevo lo spirito era “ben disposto a dolci ed aranciate” come cantava Edoardo Bennato in “Feste di Piazza” per testo di Trampetti 40 anni fa.(Nel video la versione dei Letti Sfatti dal cd ” Come fiori tra i marciapiedi e l’asfalto ” del 2010)
Ah, poi si faceva ANCHE della musica che giustamente in un festival di artisti indipendenti alla fine fa piacere 🙂

Tre palchi al Ludovico Van, uno a Marigliano. In quello centrale (rookie stage) a Montemiletto, sabato 2 Nouer, Bar Noir, Fitness forever, Kundalini surf, The Anthony’s Vinyls.

Ho sentito dalle 18:00 in poi i primi tre, molto pregevoli, assieme ad altre dieci persone in media. Il world music stage che era il palco più basso lungo la odorosa collina (vi prego di consultare il sito per i dettagli www.ludovicovanfestival.com) contava una decina di spettatori un pò più partecipi. Quando alle 9:50 la band dei MUG – una band non meno ignota di quelli che si erano esibiti sul rookie – ha cominciato a massacrare sul MAIN STAGE i timpani dei presenti con una poltiglia musicale indistinta, i telespettatori inerti (avete letto bene: il pubblico è così apatico da assomigliare ad un telespettatore, secondo me) saltavano indiavolati intruppati a gruppi di cinquanta. Il mezzo è ancora il messaggio e se suoni sul palco principale, meriti a prescindere !!!
A Marigliano al Radio Entropia Indie Fest, sono arrivato che erano le 9:30 di venerdì 8 luglio e alle 10:30 un dj che era stato – pensate – road manager degli Articolo 31 stava seviziando gli assenti/presenti con una selezione di pezzi su basi dub. Tenendo conto che le band che si sarebbero esibite – Novaroots, Joe Petrosino, Leros, Jovine feat, O’ Zulù, Diego Leanza, Foja, U_Led, Ministri–  le conoscevo già tutte, lo ammetto: mi sono arreso!

Alla fine del mese vorrei andare a sentire Voci dal Sud a Salerno perché mi dicono un gran bene degli organizzatori di quella provincia campana. Anche l’offerta è davvero appetibile.
Sarà la musica che ci gira attorno, sarà questo muro che ci convince a non convincerci, ma a me non sembra un modo efficace per “Fare Palco”, ma mi posso sbagliare. Però il pubblico si diverte. E allora…alla prossima
Per commenti e suggerimenti: mauro.boccuni@gmail.com

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Commenti all’ascolto – Ansiria, “Il vuoto e la sua vanità”, 2011 – Afrakà/Fullheads

Ansiria, "Il Vuoto e la sua vanità", 2011

Ansiria, "Il Vuoto e la sua vanità", 2011

  1. Dopo una rapida introduzione di chitarre e di tastiere in crescendo di climax, come svoltando l’angolo o come oltrepassando un confine o un muro di nebbia…
  2. ha inizio “Riuscirò”, brano in mid tempo dal forte impatto sonoro, a caratterizzare il suono sono le chitarre molto pulite e al tempo stesso costruite a creare un muro di energia sostenuto da una ritmica solid rock in down tempo con diffusi break a segnare i passaggi tra i tempi e un fronte sonoro suddiviso tra una copertura sferragliante di piatti e una loro netto taglio, in special modo sulle strofe.
    Irvin Vairetti ha una voce caratterizzata da un vibrato naturale che impreziosisce la potenza di una voce serica e vellutata.
    I testi non riesco a seguirli durante il canto e sarà così per tutto il lavoro.
  3. Si chiude e si passa a “I miei passi” una ballata introdotta e accompagnata da un arpeggio di chitarra flangiata, una chitarra acustica doppiate da uno xilofono lungo tutto il brano.
    La linea del basso avvolge l’intreccio come un’edera tenace.
    Marco Caligiuri  alla batteria incalza con un tono inutilmente energico e “picchiato” una canzone di grande respiro romantico, quasi filosofico per la qualità dei ragionamenti della bella voce di Irvin.
    Di pregio l’inserimento del breve insert di chitarra, non sufficientemente sviluppato a mio dire.
  4. “Criminal soldier” è il primo pezzo, la prima canzone che io definisco ben riuscita per gli equilibri tra i colori strumentali, l’intensità lirica delle parole, la struttura armonico/melodica e l’interpretazione.
    L’introduzione è, come del resto tutto il cd, un omaggio alle chitarre di Buckley.
    Bel refrain molto orecchiabile.
    Dopo il secondo refrain si ripresenta una sezione strumentale anch’essa poco sviluppata per durata e intensità. Una sensazione di dolbizzazione è presente per tutto il pezzo
  5. Un oboe introduce per quattro battute l’impianto sonoro di “Eolo”, una struttura già ascoltata in “Criminal Soldier”.  Il pezzo non si caratterizza per nessun aspetto in particolare, rivelando la conferma di quanto già ascoltato in precedenza.
  6. “Casaoeste” rivela subito una solarità, un ‘apertura di intenzioni e di dichiarazioni sincere e dirette.
    Assieme a “Criminal Soldier” è la traccia più riuscita per soluzione musicale ed equilibri tra le parti.
  7. L’incalzare interrogativo di Irvin, delle sue domande esistenziali trova un momento di “preghiera”, di “pace” in “Non userò”.
    Il pezzo come altre tracce attende di essere sottoposto alla prova del confronto con il pubblico per impreziosirsi di suggestioni che questo arrangiamento, anche con quell’intreccio finale di tastiere e chitarre con riesce ad evocare.
  8. Con “L’unico dubbio” sembra di essere ritornati ad una stilizzazione di certi suoni alla Specials, in stile ska di fine ’70/ inizio ’80.
    Pezzo molto ritmato, energetico, orecchiabile, di grande impatto radiofonico
  9. Intro che evoca “Lilac wine” di Jeff Buckley seguito dall’oboe unico legno del disco (pare sia un flute mellotron).
    Giunti all’ottavo pezzo, praticamente quasi alla fine del lavoro, devo dichiarare il mio totale dissenso nei confronti della scelta di immergere la voce in questo lago di frequenze basso medie, “dirette” dal fronte delle chitarre in primo piano e da una batteria che non si concede un minuto di tregua, di raffinatezza, presa com’è e sembra dal bisogno di quadrare il cerchio del beat.
    L’ascolto si rende faticoso! Mentre ci si rende conto che la voce e i testi diventano una ragione e non un diversivo per fare parlare questo autore soffocato da una nebbia in finto stile fantasy
  10. Cover tratta dall’omonimo album degli Osanna.
    Partecipa Lino Vairetti. Il lavoro strumentale è di quelli che impreziosiscono una bella canzone
  11. L’album si conclude con una delicata ballata il lento crescendo in stile Jeff Buckley  con punte di un Sylvian appena uscito dai Japan, “Brilliant trees”.

Punti di forza:

  1. bella voce, leggera di corpo, con un bel vibrato, predilige troppo i registri alti senza toccare mai neanche la gamma del basso baritono. Si suggerisce di rafforzare lo spettro per allargare la gamma che sembrerebbe essere nelle corde dell’artista.
  2. Quattro pezzi di sicuro impatto per la struttura, le suggestioni timbriche e la qualità dell’arrangiamento
  3. Le citazioni a Buckley e a Sylvian che mi paiono segno di rispetto e indicano il rapporto con un’eredità non celata dietro false ipocrisie
  4. La voglia di creare un’identità sonora
  5. La cura del booklet, i temi delle canzoni

Punti di debolezza

  1. Funzione delle liriche nel canto. Se sono scritte per essere capite assieme o dopo il primo ascolto, nel caso del cd l’obiettivo fallisce del tutto perché soffrono dell’urgenza di dire, significare, coprire le pause sfuggendo al principio della suggestione del tanto detto con il poco, con l’essenziale. Rimandato a settembre
  2. E’ vero l’identità sonora è un punto di forza. Ma soffoca completamente la qualità del canto, che probabilmente gli autori volevano asservire progettualmente al ruolo di tutto l’organico strumentale. Irvin Vairetti e la sua urgenza espressiva meritavano maggiore cura nel missaggio e soprattetto nel mastering che soffre di un evidente effetto di tagli di frequenze medie e di compressione sonora, poco in linea con lo spirito di fuga dal vuoto 🙂
  3. Avrei preferito un EP a sei, max otto canzoni. E gli spunti strumentali non sviluppati sono state delle opportunità non sfruttate

Voto: 6 e 1/2 pieno

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Terra Napoli www.terranews.it – martedì 12 luglio 2011

Mauro Boccuni, 2011

Mauro Boccuni, 2011

La produzione di un disco non è un parto indolore.  Non lo è per il musicista o il gruppo “assunto” dalla grande editoria musicale e che su di lui riversa lo sforzo del proprio investimento economico. Non lo è  a maggior ragione per chi oltre a finanziare la propria impresa di comunicazione artistica deve spesso anche svolgere altri ruoli non meno gravosi quali quello della produzione di sala, del manager di sé stesso e del musicista.

Una premessa necessaria per sottolineare che, dietro la necessità e/o la scelta di mantenere l’indipendenza artistica dalla macchina editoriale tradizionale, vanno apprezzati gli sforzi di squadre di lavoro soggette alla dinamica degli adattamenti ai progetti.  Progetti i cui risultati estetici non sempre coincidono con l’idea dell’autore per mancanza del tempo (cioè di soldi) richiesto per rifare una linea di basso, un break di batteria o per aggiungere una tastiera prima del mixing finale.

Ansiria, 2011 -- Irvin Vairetti: vox, rhythm guitar, piano (in primo piano) Pasquale Capobianco: lead guitar (a destra) Nello D'Anna: bass (a sinistra)

Ansiria, 2011

Così mi ritrovo a chiacchierare con un musicista di buona esperienza sul palco e in studio come IrvinVairetti e parte dei miei commenti alla recente pubblicazione del primo progetto degli AnsiriaIl vuoto e la sua vanità” ( Afrakà Recorda con Fullheads) trovano una parziale spiegazione. (Gli Ansiria sono: — Irvin Vairetti: vox, rhythm guitar, piano (in primo piano nella foto) Pasquale Capobianco: lead guitar (a destra) Nello D’Anna: bass (a sinistra) e Andrea Paone: drums & percussions

Ansiria, "Il Vuoto e la sua vanità", 2011

Ansiria, "Il Vuoto e la sua vanità", 2011

Bella la voce di Irvin, leggera di corpo, con un bel vibrato, ma che sembra prediligere troppo i registri alti senza toccare mai neanche la gamma del basso baritono. Sarebbe interessante rafforzare lo spettro per allargare la gamma che sembrerebbe essere nelle corde dell’artista.

Quattro pezzi sono di sicuro impatto per la struttura, le suggestioni timbriche e la qualità dell’arrangiamento

Le citazioni a Buckley e a tratti a Sylvian mi paiono segno di rispetto e indicano il rapporto con un’eredità non celata dietro false ipocrisie. Degna di merito la voglia di creare un’identità sonora e ancora di più la cura del booklet (Realizzato Da Lino Vairetti con fotografie di Simona Mercurio) e i temi delle canzoni.

Ma… mi domando quale sia la funzione delle liriche nel canto. Se sono scritte per essere capite assieme o dopo il primo ascolto, nel caso del cd, l’obiettivo fallisce del tutto perché soffrono dell’urgenza di dire, significare, coprire le pause sfuggendo al principio della suggestione del tanto detto con il poco, con l’essenziale.

E’ vero l’identità sonora è un punto di forza. Ma soffoca completamente la qualità del canto, che probabilmente gli autori volevano asservire progettualmente al ruolo di tutto l’organico strumentale. Irvin Vairetti e la sua urgenza espressiva meritavano maggiore cura nel missaggio e soprattutto nel mastering che soffre di un evidente effetto di tagli di frequenze medie e di compressione sonora, poco in linea con lo spirito di fuga dal vuoto 🙂

Avrei preferito un EP a sei, massimo otto canzoni. E gli spunti strumentali non sviluppati sono state delle opportunità non sfruttate.

Poi ho sentito gli Ansiria suonare dal vivo voce e due chitarre e come supponevo la prova del “Fare palco” ha premiato un progetto che al posto di essere “fotografato” in studio dopo ore e ore di buona alchimia umana sulle assi dei club, matura solo in seguito all’urgenza di proporsi inizialmente con il cd o il supporto che il futuro escogiterà.

Io questa sequenza promozionale, di comunicazione tra pubblico e musicista la trovo vecchia e anacronistica!

Così come considero nocivo e fuorviante agli occhi del pubblico che i concerti degli artisti in particolare quelli emergenti debbano essere gratuiti!

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Terra Napoli www.terranews.it – martedì 5 luglio 2011

Mauro Boccuni, 2011

Mauro Boccuni, 2011

Lunedì 27 giugno si è conclusa la terz’ultima puntata di “MUSICA” su Prima Rete, a Caserta. Poco più di quaranta puntate di un laboratorio radiofonico offerto a chi voce e palco ne trova poco o spesso per niente. Due ore di approfondimento con gli artisti italiani che si autoproducono e  autosostengono con tenacia i propri progetti musicali. Dalla registrazione, alla grafica, alla stampa del cd che poi vendono attraverso i live o alcune rivendite selezionate, quando non decidono di servirsi anche del formato digitale attraverso internet.

Abbiamo avuto ospiti Raffaele Giglio,” vulcano” attivo in voce, plettri e pensiero musicale della Gloriosa formazione dei Gentlemen’s Agreement ( Un “Da Vedere” sul palco) e Angelo Gentile con Antonio Ricciardi, rispettivamente voce e chitarre dei Borderline, della SubCava Sonora, la prima etichetta discografica italiana in copyleft.

The Gentlemen's Agreements, 2011

The Gentlemen's Agreements, 2011

I Gentlemen’s Agreement sono cinque brillanti giovani uomini che dal 2006, anno della loro formazione e della pubblicazione del loro primo demo, si sono dedicati a cercare di suonare il più possibile, dovunque. In Italia e all’estero, in particolar modo in Francia. Quasi fosse un dovere!

I Gentlemen’s Agreement hanno fatto della esibizione sul palco quasi una ragione di vita. Hanno collezionato centinaia di concerti, tanta esperienza professionale  e altrettanta capacità improvvisativa sul piano scenico/teatrale tale da rendere l’esibizione un evento a sè e in tal senso unico, da non perdere appunto!

Carcarà, Gentlemen's Agreement, 2011

Carcarà, Gentlemen's Agreement, 2011

I Gentlemen’s Agreement hanno registrato due ep autoprodotti e quindi dal 2008 due album “Let me be a child” e l’ultimo “Carcarà” prodotti con “Materia Principale” l’etichetta partenopea di Adriano e Marco Caligiuri per la quale hanno pubblicato anche The Collettivo, Pipers e i Foja, band molto attive e note della scena napoletana degli anni zero del ventunesimo secolo.

Borderline, 2011

Borderline, 2011

I Borderline sono stati anch’essi ospiti in radio.

Fanno parte della scuderia artistica della SubCava Sonora, un’etichetta con sede a Soccavo, a Napoli.

SubCava Sonora

SubCava Sonora è una struttura di management adatta alla cultura dei musicisti emergenti che ha saputo trarre spunto dai benefici socio/economici di internet. SubCava Sonora ha sposato la logica della condivisione in rete dei diritti derivanti dalle licenze rispetto alla tutela economica delle stesse  a cui il mercato mira attraverso la corresponsione del diritto di copia.

 

Borderline, Berefuoco, 2011

Borderline, Berefuoco, 2011

I Bordeline sono un ex power trio allargatosi a quartetto con un ep all’attivo dal titolo evocativo “Bere Fuoco“.  In attesa dell’intervista, Angelo Gentile mi raccontava con il sapore della conquista tipica di chi solca i mari alla conquista di un Sè della sua formazione classica al pianoforte ispirata dalla tradizione familiare e , di cosa abbia rappresentato “portare in casa” una “ragazzaccia” elettrica, sguaiata e prepotente.  I Borderline hanno suonato al  Mamamù Fest e mi è dispiaciuto non sentirli perché se le premesse sono quelle fornite dal lavoro scaricabile dal sito dell’etichetta e anche quelle del loro primo video girato per “Strofa e ritornello”, vale la pena di seguirli sul palco.

ludovico-van-festival

ludovico van festival 2011

Quando leggerete questo articolo il festival Ludovico Van edizione 2011 sarà terminato da un paio di giorni. Ma sarà valso la pena seguirlo. Per la cornice, le proposte musicali e il feeling dell’iniziativa. Ci sarò stato. A scoppio ritardato i commenti.

 

 

Pubblicato in Articoli, News | Contrassegnato , , , , , , , , , , , | Commenti disabilitati su Terra Napoli www.terranews.it – martedì 5 luglio 2011

Terra Napoli www.terranews.it – martedì 28 giugno 2011

Mauro Boccuni, 2011

Mauro Boccuni, 2011

Da questo numero, ha inizio una rubrica settimanale che prova a documentare l’Arte di chi, nel territorio campano, tenta di difendere la propria autonomia di Musicista.abc

Io sono Mauro Boccuni, un operatore culturale,  mi adopero in particolare per la promozione e la divulgazione dei musicisti emergenti dell’area campana.

Dal mio osservatorio, l’orgoglio degli esclusi dal “Grande Circuito” musicale  sembra assumere, talvolta,  i toni tipici dei veterani di guerra che spesso anche qui in Campania faticano a trovare i loro campi di battaglia.

Io sostengo che La Musica si combatte innanzitutto sui PALCOSCENICI.

La Musica cioè si costruisce, si tempra, si misura nel bene e anche nel male nel rapporto che si stabilisce tra un artista che si esibisce e il pubblico che lo ascolta.

Il Musicista nasce quando il progetto artistico riflette l’umore del pubblico con cui le composizioni e le loro esibizioni invecchiano assumendo UN carattere, UN’identità, UNA unicità.

I palcoscenici per gli indipendenti di inediti, per i musicisti, gli autori con un REPERTORIO NUOVO, sono diventati però un LUSSO. In tutta Italia. Sono un LUSSO in termini quantitativi  e, quindi, di disponibilità culturale da parte dei gestori ad accogliere la NOVITA’.  La sola Napoli, una città di poco meno di un milione di abitanti, il numero dei locali con un programma ad hoc per le band di inediti a quasi paragonabile a quello di Bologna !

E, aspetto non secondario, questi palcoscenici sono un LUSSO nel riconoscere il Musicista e la sua Novità professionalmente, retribuendolo non sempre come un lavoratore dello spettacolo dovrebbe esigere.

I musicisti devono suonare, suonare, suonare.  E devono essere ascoltati, e ri ascoltati nelle settimane e nei mesi per diventare alle occhi e alle orecchie del pubblico una realtà degna di attenzione e di un biglietto da pagare.

Coc 88, Napoli, Vomero

Coc 88, Napoli, Vomero

Un invito ai gestori di tutta Italia ad aprire senza riserve sempre più spazi ai musicisti indipendenti. Il loro valore lo stabilirà la capacità di convincere il pubblico a ritornare. Bob Bylan, I Beatles, Elvis presley, Vasco Rossi e Andrea Bocelli non erano nessuno prima che qualcuno li potesse applaudire nei locali.

So che fino a che non ci saranno PALCOSCENICI, nei termini indicati sopra, a segnare il passo dell’offerta musicale sarà sempre più la gabbia del clone mediatico, del gattovolpismo festivaliero, dei contest, delle fiere musicali e dei meeting dei dipendenti da indipendenza.

dario sansone

dario sansone, Foja 2011

claudio domestico, Gnut,2011

Mercoledì 22 giugno, sono andato al COC 88 al Vomero, Napoli a sentire

Dario Sansone dei Foja (FB FOJA Official page) e 

Claudio Domestico degli Gnut (FB Gnut).  I Foja e gli Gnut godono di un repertorio versatile ad organici “con spina” e “senza spina” e se ad aggiungersi alla scaletta dei rispettivi gruppi è una lista ragionata di classici della Canzone, l’occasione di ascoltare l’inedito duo di amici in molte occasioni si trasforma quasi in necessità.

mamamu rock fest 2011

mamamu rock fest 2011

Venerdì 24 giugno si è inaugurato il Mamamu Fest alla Città della Scienza, Napoli. Due giorni – 24 e 25 –  di esibizioni di musicisti dalla più disparata esperienza di palco.  Due note: il pubblico era stato narcotizzato all’ingresso? E i fonici avevano mai fatto quel mestiere, prima? Io fossi stato al posto delle band avrei chiesto i danni!

Prima di chiudere vi consigli ascoltare e fare ascoltare i pezzi che seguono:

Materia Principale, Napoli, 2011

Materia Principale, Napoli, 2011

 

Per ulteriori informazioni potete contattare anche il sito Myspace dell’etichetta discografica Materia Principale

Alla prossima.

Mauro Boccuni

Pubblicato in Articoli, News | Contrassegnato , , , , , , , , , , | Commenti disabilitati su Terra Napoli www.terranews.it – martedì 28 giugno 2011