La parola con cui mi rivolgo, questa settimana, ai lettori della rubrica “Dipende!” di Terra è “Resistenza!”.
E’ un grido di allarme per lo stato di abbandono e di incuria in cui versano le condizioni della cultura musicale nella provincia di Napoli.
Resistere da parte degli operatori del settore diventa una legittima reazione alla constatazione che il governo dei pochi investimenti economici è dettato da funzionari il cui unico traino è una visione miope e pecoreccia delle potenzialità economiche offerte dal Dio Denaro.
Per poche o tante risorse che abbiano da assegnare alla gestione delle finalità del loro ufficio comunale – limitiamoci all’offerta cittadina – molti assessori o facenti veci della provincia di Napoli non solo non programmano nulla, a livello musicale, che abbia una benché minima attinenza e continuità storico sociale con il territorio. ma addirittura spesso fanno dipendere le loro decisioni da “criteri” utili solo a chiudere un bilancino “con un pò di aiuto da parte degli amici” con una citazione dai Beatles.
Ho sentito cose del tipo, ci sono 1200 € per un gruppo. Abbiamo il gruppo X costituito da tre persone e abbiamo la banda Y costituita da dieci elementi. Prendiamo i secondi e gliene diamo la metà!
Oppure ho sentito anche cose come quest’ultima che ha riguardato direttamente me e altri giornalisti. In occasione del Caserta Rock festival conclusosi venerdì sera 9 settembre all’Old River Park di CastelMorrone dopo una due giorni pieni di ottima energia e calore dal palco dove si sono esibiti quattro headliner del panorama indipendente italiano e molte band assolutamente degne di nota, dicevo venerdì sera mi sento chiamare al cellulare. Nell’ imbarazzo più totale, l’ufficio stampa che ha seguito con passione e professionalità l’evento aveva bisogno di sapere se intendevo seguire anche la seconda serata del festival, perché parte dell’organizzazione intendeva dimezzare gli accrediti stampa nella certezza che questi fossero stati la causa del ridotto afflusso di paganti di giovedì !!!
Il festival di Afrakà, uno delle più apprezzate e storiche manifestazioni di musica rock della nostra provincia, dopo diciassette anni, ad agosto ancora non aveva una sua collocazione finanziaria e fisica tra le iniziative di Afragola.
Il festival AWOP di Villaricca ha dovuto ripiegare su una edizione “street” per il 2011 per continuare ad esistere, dopo avere offerto negli anni precedenti una testimonianza di cosa significhi stimolare un rapporto di scambio tra la cittadinanza e una rete di realtà associative capitanata da illimitarte che opera in sinergia per il BENE COMUNE. E dimostrando di essere quindi i beneficiari più idonei ed immediati del minimo indispensabile per continuare a RESISTERE !
Prediligo la costruttività, la volontà a dimostrare un innato ottimismo, ad osservare l’esistenza da una prospettiva dove non siano certo 5000 € in più o in meno a cambiare il programma di un territorio caparbio nel portare avanti le proprie idee e battaglie.
Ma, per essere diplomatici, “credo” che quando la “distrazione politica” mira, in maniera strisciante, ad ostacolarti “nell’esercizio delle tue funzioni”, il pericolo è che la popolazione si veda sottrarre gli strumenti per ricordarsi di non dimenticare in parole povere la rinuncia ad esercitare la Memoria attraverso la Cultura, in tutte le sue forme, dalla trattoria a Bach.