Affezionati lettori della rubrica “Dipende!” ben ritrovati e un saluto a chi mi legge per la prima volta.
Quando viene l’ora di scrivere l’articolo settimanale in genere mi è chiaro da tempo di cosa voglio occuparmi. Qualunque sia il punto di vista dal quale considero il tema della rubrica – un cd da presentare, un artista da intervistare, una parte dell’economia dello spettacolo da mettere sotto osservazione , un live da raccontare – il problema consiste sempre nel controbilanciare l’enfasi del consenso. Perché chi si occupa di spettacolo, anche attraverso i mass media, o fa recensioni con la tavolozza dei “beux adjectives” o si mette al “servizio” del sistema.
Chi come me si entusiasma ancora, per fare un esempio, ai processi degli esordi che caratterizzano la vita di una band, o all’impagabile emozione di spendersi con tutte le risorse disponibili per una o più vibrazioni estetiche che un’anima nobile ti regala, ha il dovere di “starci dentro”, e il privilegio di cogliere e seguire questa sorte di folk revolution che saluta l’alba di un nuovo giorno.
Allora diciamola tutta la storia sullo stato del contesto artistico musicale della città di Napoli e della sua provincia al 2011.
Per quanto riguarda la possibilità di “fare palco” intra moenia, nel pieno rispetto anche della figura del lavoratore dello spettacolo, il rapporto tra domanda e offerta cioè tra aggregato artistico e la totalità dei luoghi che dispongono di strutture per le esibizioni dal vivo, tolti i teatri, le associazioni e gli scantinati spontanei di quartiere, è a pressoché totale sfavore della prima. Un altro dato allarmante al quale non volevo credere circa lo stato di incuria del “Fare palco” a Napoli è che il numero di locali attivi con una forma di programma musicale è quasi lo stesso di una città come Bologna.
Con la differenza che il capoluogo campano ha una popolazione pari quasi al doppio!
Per non parlare della inospitalità della città, espressione con la quel non mi riferisco di certo alla sua popolazione, ma alla totale inefficacia dei servizi di ausilio a chi di questa minima offerta vorrebbe usufruire così come accade in molte altre città metropolitane europee. Molti trasporti cessano di funzionare alle 22:00, i pochi parcheggi limitrofi ai locali hanno prezzi orari esagerati (Vomero, Castel Sant’Elmo, due ore 7 euro) mentre i pochi posti pubblici vengono occupati dai residenti. Senza tenere conto di molte brutte abitudini della cittadinanza in odore di “movida”.
Fatto sta che diventa molto più facile spostarsi in provincia verso il nolano, a Marigliano ad esempio, alla Loggia dei Pirati. Radio Entropia di Ettore Vivo, leader degli U_Led e organizzatore di eventi e del Radio Entropia Indie Festival, ha definito per i mesi di novembre e dicembre un programma musicale ambizioso e succulento, date le premesse di questo articolo. Venerdì 4 novembre ha suonato The Niro, l’11 novembre saliranno su palco Le Strisce, il duo acustico Ballads (Francesco Di Bella dei 24 Grana alla voce e Alfonso Bruno(Nani Sordi, Hardogs, Songs For Ulan) alla chitarra) il 2 dicembre e chiude Il Genio il 24 dicembre. Nell’eterogeneità delle proposte, il programma di Radio Entropia alla Loggia dei Pirati esprime lo sforzo di restituire a Napoli e alla sua provincia una posizione di tutto rispetto nel panorama dei circuiti musicali nazionali. Alla prossima.