Gli ascolti della giornata Le Strisce – lunedì 07 nov 2011

Il prossimo venerdì alla Loggia dei Pirati di Marigliano suona la band Le Strisce.

Sì sono napoletani, sì hanno ottenuto un contratto con una major (oggi bisognerebbe capire quali reali vantaggi comporta). Li sento molto citati dalle band locali più per il risultato ottenuto e la dissimulata invidia (almeno loro ce l’hanno fatta, sono un sintomo che non è proprio tutto morto e altre amenità da sete di antica “Fama e Gloria” di rockstar) che per la musica prodotta.

Li sto sentendo ora da Playme. dada.it; sto ascoltando l’ultimo cd “Pazzi e poeti“. Leggero, spensierato, all’insegna dell’equilibrio tra la necessità di riempire i testi di ogni forma di denuncia sociale da teen magazine e una corretta esecuzione delle trite convenzioni del beat rock italiota. Continua a leggere

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Terra Napoli www.terranews.it – martedì 01 novembre 2011

Affezionati lettori della rubrica “Dipende!” ben ritrovati e un saluto a chi mi legge per la prima volta.

Qualche settimana fa vi avevo lasciato con un elenco di “cattive pratiche” che, per ingenuità, inesperienza o accesa vanità, il musicista o gruppo indipendente attua, sostenendo con i propri sudati soldi, mercati e attori di cui è apprezzabile solo la capacità di speculare sulle speranze altrui. Il Musicista in cerca di affermazione paga “stamperie” o “tipografie” improvvisatesi “editori” per dei servizi – la stampa del cd, la progettazione grafica, la distribuzione, il booking, l’ufficio stampa e la pubblicità – la cui resa non è paragonabile a quella delle major della musica o del libro. Continua a leggere

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Terra Napoli www.terranews.it – martedì 25 ottobre 2011

Affezionati lettori della rubrica “Dipende!” ben ritrovati e un saluto a chi mi legge per la prima volta.

Ho incontrato i Bar Noir tre volte. Dal vivo al Ludovico Van nell’estate 2011 dove sono rimasto rapito dall’esibizione di due brani tratti dal loro prima EP, bisognerebbe aiutare nina a capire e nuova ondata di bombardamenti. Non ho usato gli apicetti perchè dario, guido, raimondo e claudio aka i Bar Noir hanno fatto di tutto, nel corso sia di questa chiacchierata che nel corso dell’intervista al Popòdcast rilasciata dal solo Raimondo Ferraro, per sfuggire al “pericolo” della seriosità con cui i media da sempre (mal)trattano il rock. A loro la parola. Continua a leggere

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Terra Napoli www.terranews.it – martedì 18 ottobre 2011

Affezionati lettori della rubrica “Dipende!” ben ritrovati e un saluto a chi mi legge per la prima volta.

All’inizio del mese di settembre, è uscito per la ISBN l’edizione italiana di “Retromania” di Simon Reynolds.

 

Un volume emblematico, dalle dimensione e per la qualità dei contenuti tali da ritenerlo un trattato sul rapporto che intercorre tra le società moderne, le tecnologie e la Musica nonché la formazione delle sue molteplici  identità nella stagione che stiamo vivendo. Reynolds ricava dall’osservazione dei fatti riportati che, per la prima volta in sessant’anni fa cioè dall’avvento del Rock’n’roll il futuro è rivolto al passato, annichilendo le proposte di rinnovamento della cultura musicale allo strapotere del fascino che il repertorio del rock esercita soprattutto sulle ultime generazioni. Appunto, RETROMANIA! Continua a leggere

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Terra Napoli www.terranews.it – venerdì 14 ottobre 2011

Affezionati lettori della rubrica “Dipende!” ben ritrovati e un saluto a chi mi legge per la prima volta.

Oggi vi parlo degli R&Fusion, un quintetto acustico della provincia napoletana formato da Emanuele Ammendola al contrabbasso e voce, Marco Fiorenzano al pianoforte, Paolo Pironti al sax alto e soprano, Luca di Sieno all’oboe, percussioni, chitarra e voce, Pietro De Luca Bossa alla batteria e alla voce. Chiude la formazione la partecipazione di Eduardo Ammendola con i suoi contributi alle videoproiezioni e alle “sortite teatrali” (come recita il comunicato stampa). Continua a leggere

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Terra Napoli www.terranews.it – mercoledì 5 ottobre 2011

Ben ritrovati lettori di Terra e della rubrica “Dipende!”.  La parola “Resistenza!” torna sovrana anche questa settimana.

Nel corso del mese di settembre si sono tenute, rispettivamente a Calvizzano e a Villaricca, le quarte edizioni di “Rockalvi” (http://www.myspace.com/rockalvi) e di “AWOP” (http://www.aworldofpeace.net) che rappresentano innanzitutto la tenacia e la caparbietà dei loro organizzatori. E del team che ha permesso con loro il regolare svolgimento delle attività previste in cartellone. Continua a leggere

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Terra Napoli www.terranews.it – martedì 27 settembre 2011

Un ben ritrovati ai lettori di “Dipende!” di Terra. Oggi vi presento gli hYdronika.

Ho intervistato  Mario Fava, chitarrista del quintetto di “rock mediterraneo” formatosi a Napoli circa otto anni fa. Due album all’attivo più un demo e una partecipazione ad una compilation.

Mauro Boccuni (MB):Mario, l’identità della band sembra essersi consolidata intorno ad una natura caparbia e ambiziosa.

hydronika attraverso

Lo dimostra anche “Attraverso“, il vostro ultimo cd. L’apparenza corrisponde alle vostre intenzioni o, con ironia, è parte della “Grande truffa del rock’n’roll”? Continua a leggere

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Terra Napoli www.terranews.it – martedì 20 settembre 2011

Mauro Boccuni, 2011

Mauro Boccuni, 2011

Ben ritrovati lettori di Terra e della rubrica “Dipende!”. Questa settimana vi saluto con la seguente considerazione: “Il marketing NON uccide la musica! E’ la capacità del fare IMPRESA  culturale che si è estinta“.

Vent’anni fa un amico napoletano, neo imprenditore nel campo dell’editoria indipendente musicale, aveva adottato come missione della sua neonata etichetta l’idea che fosse stato il marketing ad irrigidire gli steccati tra il repertorio di consumo  creato ad hoc dall’industria e la “Vera” musica a cui gli spazi erano di fatto negati .

Il mio amico editore non aveva affatto torto, ma oggi che lo vedo ripiegato ad impacchettare glorie canterine di un repertorio napoletano risalente a cinquant’anni fa, ho la certezza che non abbia mancato solo il suo obiettivo. Ha dimostrato nel tempo, come molti nel suo campo, un pizzico di presunzione e di leggerezza nel tentare di fare impresa nel settore culturale, senza dimostrare alcuna capacità previsionale, senza porsi domande sul futuro, fondando alla fine il suo percorso su quegli stessi presupposti che criticava all’industria da cui voleva distinguersi.

L’editore della etichetta indipendente degli anni ’90 approfittava dell’abbattimento dei costi di produzione di sala quando le multinazionali del disco spostavano la loro speculazione sull’anello della distribuzione e dell’immaginario affidato all’Arte del Consenso dei media. Un sistema integrato, quello dei media, così ben oliato ed efficace che nel corso di un secolo ha saputo ribaltare i valori di giudizio delle masse, vendendogli – ad Arte – sogni e patacche a caro prezzo, inventando il Moderno (il Pop), il post Moderno e ogni altra interpretazione della realtà a cui le Parole potessero adattarsi per scatenare interesse sul vuoto.

Non fraintendetemi, il sogno è finito da qualche tempo, non sto scoprendo che ovvietà note ai più. Eppure il senso di questo articolo consiste nel ribadire che non è la disciplina/metodo del marketing ad avere inquinato i rapporti tra la natura della musica e il pubblico all’alba del XXI° secolo, ma l’inettitudine dell’imprenditore culturale! Che è anche l’inettitudine del gestore, del manager e delle istituzioni pubbliche preposte a fabbricare un consenso COERENTE con la natura del progetto artistico!

Qualche esempio. L’acquisto del supporto musicale è tramontato, le recensioni non influenzano (quasi) più nessuno, le date dal vivo a pagamento sono una rarità e un vero lusso per pochi. Ma quasi tutte le centinaia di etichetta indie o di artisti/impresa di loro stessi nel 2011 procedono ancora come segue:

  1. PAGANO per la stampa dei cd, 
  2. PAGANO un ufficio stampa per informare gli operatori del settore della loro produzione, 
  3. INSEGUONO il/i giornalisti per una recensione, 
  4. PAGANO un service di management per un tour, 
  5. PAGANO un distributore riconosciuto nazionalmente perché almeno una copia del loro cd compaia in uno scaffale del supermercato dell’editoria.

Chi ci guadagna e chi ci perde in questa vetusta filiera, secondo voi?

E di cosa e di chi ci si dimentica in questo percorso soprattutto?

E quali possono essere le alternative?

E quali possono essere gli strumenti e i vincoli alla loro attuazione?

Alla prossima.

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Appunti di ascolto – Carcarà – The Gentlemen’s Agreement, 2011

Mauro Boccuni, 2011

Mauro Boccuni, 2011

Carcarà – The Gentlemen’s Agreement, 2011
Esta Es Una Historia De Un Amor Che Ha Terminado!

E’ l’ouverture di questo concept album che porta il nome di un giovane uomo, Ccarcarà che vaga con il cuore spezzato da un tristezza inconsolabile.

Il suo pianto sulla battigia di una spiaggia battuta da una risacca dolente e lunga è la testimonianza che ascoltiamo subito dopo la dichiarazione d’intenti della band che fa alzare il sipario dichiarando sui titoli di testa cosa ascolteremo, la storia di un amore finito!

Carcarà, Gentlemen's Agreement, 2011

Carcarà, Gentlemen's Agreement, 2011

In realtà le cose partono da questa situazione ahimè molto comune, una condizione traumatica da cui si esce induriti nel’anima e poco propensi all’abbandono, per il comprensibile timore di essere nuovamente feriti.

Le cose per Carcarà  saranno più benevole. Imparerà ad apprezzare la generosità degli ultimi, di chi non è neanche contemplato nella lista dei possibili samaritani. E ritroverà sè stesso nel senso della partecipazione, nel principio della solidarietà, dell’Amore universale che accomuna tutte le creature dell’Universo.

Una caratteristica musicale di questa produzione dei Gentlemen’s Agreement che salutano il loro pubblico con la seconda prova discografica dopo il successo di “Let me be a child” del 2008, dicevo l’elemento portante del sound di Carcarà è la suggestione caraibica condivisa tra percussioni e fiati che attraversando le tradizioni orchestrali del sud america, sembra quasi viaggiare idealmente con e per Carcarà alla ricerca di una soluzione musicale lungo le tracce del tropicalismo lanciato 40 anni fa da Veloso, Maria Bethania, Jorge Ben e altri grandi nomi.

A Loss Of Time

Terminata la rumba appassionata con cui ci siamo avvicinata al dramma di questo giovane smarrito, I GA ci riportano ex abrupto con uno swing vorticoso alla realtà dei fatti. Il set acustico dimostra la versatilità compositiva del GA e il loro eclettismo espressivo diviso tra le tinte sonore di un mondo che in questo album gioca tra richiami di sapore jazzistico, latino americano, spruzzate di gestualità gitana ( I GA sono degli zingari del Fare Palco).

The Path Of Life

I GA con il terzo pezzo del concept album mantengono ancora il tono soffuso di una band cantastorie che dal palco di un club notturno di una qualunque metropoli globalizzata racconta ad un pubblico via via sempre più rapito i cambiamenti di rotta che Carcarà subisce a causa del suo smarrimento emotivo. Uno smarrimento di cui il protagonista diventa sempre più consapevole e vittima. I ritmi subiscono una apparente accellerazione, e lo stile jitterbug dei fiati sembrano gridare da un Cotton Club la fretta di una soluzione al tormento sostenuto dalla voce soffusa di Raffaele Giglio.

‘Cause We Know Carcarà

Ed ecco che il raggio di sole tanto atteso fa capolino. Dal mare dove dei bei pesciolini salgono in superficie e rivolgendosi a Carcarà gli confessano di capirlo. Sputa le tue parole, perchè noi ti conosciamo Carcarà! Ed ecco che no un cambiamento improvviso i GA ci soprendono con una cha cha cha in stile di Bossa guidato da un assolo tra la tromba di fabio renzullo e il contrabbasso di Antonio Gomez. Tutti i pesciolini sono felici del contatto stabilito, ed ecco che Carcar esce dal suo mutismo e racconta….

Seed Of Love

Carcarà racconta di questa storia, di questo dolore per qualcosa di cui gli abitanti del mare non sanno cosa pensare e provare, rimanendo anzi piuttosto interdetti di fronte a tutta questa tragedia per due persone che non stanno più assieme. Anzi non capiscono neanche il senso di questa esclusività umana perchè non appartiene al loro mondo

Little Trip Down The Ocean

E carcarà allora, invitato a seguire i pesci venuti a galla incuriositi da tutte queste lacrime versate in mare, si fa questo viaggetto nel fondo del mare perdendo il senso della realtà e assumendo il ruolo di una novella Alice.

Jellyfish RECORSTORE

Il primo personaggio che Carcarà incontra in questo mondo rovesciato è il titolare del negozio di dischi Medusa che lo invita ad unirsi a lui al suono di un pezzo reggae con un feeling da jazz combo anni trenta.

Rise Sun Rise

Ma il giorno con Fratello Sole sta tornando….Pezzo strumentale con carillon

Breakfast In Tropicalia

E con l’alba la sua coscienza lo spinge a darsi da fare per capire cosa vuole fare: deciditi, deciditi gli dicono le voci di questa starna allucinazione notturna.

E facendo colazione si confronta con sè stesso al ritmo di una marcetta caratterizzata dal suono di un mandolino, di un fischio alla Morricone.

Mama Oceano

Il fischio accompagna carcarà anche in apertura di questo pezzo che ci racconta della sua decisione di abbracciare questa nuova esperienza con l’oceano e i suoi abitanti e del suo tormento verso questa nuova avventura. la cosienza lo rincorre anche in questa occasione con le solite parole: decidi, decidi!

Let Free Your Fun!

Un pandeiro apre le danze di questo chorro brasileiro che con la sua energia trascina proprio sul finale di questa storia il risveglio dallo smarrimento. quello smarrimento che sembrano dirci i GA si può allontanare se torniamo alla vita condivisa, nella festa quotidiana dell’incontro, della partecipazione, del gioco fatto con leggerezza senza la pretesa di dovere scrivere la frase da consegnare al futuro.

Viviamola questa vita!

Y Ahora Viva La Vida!

Viviamola questa vita, allora! Ed è questo il messaggio, se un messaggio un lavoro discografico  vuole lasciare ai suoi ascoltatori.

  • Scritto da Raffaele Giglio e arrangiato dai GA
  • Prodotto da Alfonso la Verghetta
  • Registrato e registrato allo ItalySoundLab
  • Pubblicato da Materia Principale (GA, Foja, Collettivo, Pipers)
  • Artwork di Alessandro Rak e Graphic layout di Alessandro Rak e Dario Sansone

I GA sono Raffaele Giglio, voce e plettri, fabio renzullo alla tromba, Antonio Gomez al basso, Andrea De fazio alla batteria e Gibbone su vari strumenti ( vedi cover album)

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Sabato 17 settembre riapre il Jarmusch club di Caserta

Mauro Boccuni, 2011

Mauro Boccuni, 2011

Vi segnalo che sabato 17 riapre il Jarmusch club di Caserta, noto e apprezzato ritrovo  e punto di snodo culturale per tutti coloro che hanno ancora a cuore il senso della differenza in musica, almeno nel campo delle produzioni rock, folk internazionali contrassegnate dalla qualità della proposta.

Il JC si trova a via C. Battisti 72 Caserta, Italy

Riporto il comunicato stampa

Alle 22.00 circa concerto della band americana COPS & ROBBERS.

Ingresso gratuito – cibo gratuito (il resto si paga).

Potete ascoltare la band anche sul loro sito MySpace http://www.myspace.com/copsandrobbersband

Da sabato 22 ottobre inizierà la stagione musicale.
Questa, parte della programmazione (alcune date potrebbero subire dei cambiamenti):
22/10 Ballads. Con Francesco Di Bella e Alfonso Fofò Bruno
29/10 Eco Nuel
5/11 Stoop
12/11 Holloys
19/11 Aedi
26/11 Lovers
3/12 Jackie o’s farm
10/12 Denis Jones
17/12 Luis B. & Chance Giardinieri

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