Intervista integrale “Che musica si suona a Rio” (Terra giugno 2012)

La conferenza RIO +20 si svolgerà dal 20 al 22 giugno 2012 a Rio de Janeiro. La conferenza Rio+20 e il suo processo preparatorio costituiscono un’occasione cruciale per rinnovare l’impegno per lo sviluppo sostenibile a livello globale.
Parliamo di sostenibilità ambientale, di risoluzioni a livello internazionale, di piani per la tutela e la salvaguardia del pianeta.

Secondo la tua opinione ed esperienza di uomo e di artista, abbiamo ancora bisogno di puntualizzare, di concordare, di ratificare ciò a cui non si dà seguito con il mancato esempio di alcune nazioni come la Cina reticenti a contenere uno sviluppo selvaggio della produzione?

Dario Torre Stella Diana

Dario Torre Stella Diana

  1. DTorre/ Stella Diana – puntualizzare, concordare e decidere è estremamente relativo perchè per quanto mi riguarda non siamo noi a decidere. Non decidiamo assolutamente nulla noi comuni mortali…E’ bene che ci sia sensibilizzazione ma i centri di potere non hanno nessun interesse a prendere in considerazione la coscienza e le azioni popolari…
  2. LCardone/Marenia – Io sono fermamente convinto che occorra un unica legge da rispettare, quella che tuteli la vita in tutte le sue forme. Gli stati, sempre più alla mercé di Corporates (multinazionali), vengono letteralmente fagocitati da questi voraci imperi, che riescono ad individuare con estrema solerzia e dedizione, le maglie larghe, spesso dei regimi, ma anche delle tanto vantate democrazie, ed a disintegrare ed aggirare le leggi. Spesso, attraverso le lobby, finanziano le campagne elettorali dei candidati a premier e ancor peggio stringono senza alcuna vergogna patti con leader di regimi in cui i diritti umani sono solo sogni per gli abitanti e incubi per i tiranni. La Cina, motore economico di questo secolo, caratterizzato da questa neoguerra economica, dovrebbe riconsiderare, così come tutti gli altri stati del mondo, uno sviluppo sostenibile reale, che veda nella vera cancellazione delle emissioni inquinanti, non un freno allo sviluppo, ma una possibilità di estenderlo. A mio avviso gli stati, tutti, dovrebbero statalizzare la produzione di energia, bandendo totalmente il nucleare ed i combustibili fossili, e con una vera politica di rinnovamento e ricerca, utilizzare tutti i tetti possibili per rendere energeticamente indipendenti ogni piccola e grande comunità.
  3. Marco Francini – mi viene in mente la fantastica ragazzina di 12 anni che nel 92 alla conferenza dell’onu mise tutti a tacere con le sue impeccabili dichiarazioni, delle vere e proprie bombe di parole. Sono passati 20 anni ora lei è una donna attivista soprattutto su questi temi. Poco si è fatto in realtà, ma continuare a puntualizzare e insistere su una nuova coscienza del pianeta non solo è fondamentale ma è neccesario.

RIO+20 sarà l’ennesima dimostrazione che a livello logistico negherà il valore della sostenibilità. L’impatto organizzativo complessivo tra trasporti, consumi energetici, rifiuti e processi di mediatizzazione associati sarà tale da chiedersi perché non si attuino pratiche di confronto basate sul web ad esempio. Non è che questo tema, la sostenibilità, fa più gola per la macchina internazionale dei congressi che per la sua reale necessità?

  1. DTorre/ Stella Diana – il potere mondiale è talmente immorale che ritorce contro di noi anche quello che dovrebbe colpire lui…è un paradosso ma è così
  2. Lello Cardone Marenia Taverna del Re Fotografia di Vincenzo Viglione

    Lello Cardone Marenia Taverna del Re Fotografia di Vincenzo Viglione

    LCardone/Marenia –  Sappiamo benissimo che ogni volta che si organizza un congresso si attivano grandi movimenti di capitali. Ben vengano se hanno finalità pratiche. Ma guardiamocene se devo essere sterili incontri per la visibilità dell’una o altra casta. Le aziende dovrebbero essere costrette a ritirare ogni imballaggio che porta il proprio logo, da qualunque posto. Il cittadino potrebbe essere favorito riportando dove ha acquistato la merce, ogni involucro relativo ai prodotti. Alcune barrette di cioccolata ad esempio, in italia vengono vendute con doppi imballaggi mentre in Germania no. Perchè la politica tedesca ambientale è stata negli ultimi decenni probabilmente più rilevante. Non dimentichiamo che nei supermercati tedeschi esistono dei raccoglitori di bottiglie di plastica vuote che rendono in cambio decine di centesimi di euro. Questa semplice e piccola attenzione permetterebbe ai produttori di Acque minerali, che in Italia sono tra i maggiori inquinatori possibili con milioni di Tir che attraversano la penisola ed un altissima percentuale di dispersione dei vuoti, di riprendersi e riciclare le bottiglie.

  3. Marco Francini – la macchina dei congressi? ahahhaha giusto è una vera e propria industria economica. Il problema è che oggi tutti i governi e gli stati non hanno più una reale forza politica e penetrativa da un punto di vista sociale. Sempre più il potere delle banche e delle lobbies finanziare gestisce. Ma dal basso sta nascendo una nuova generazione. Penso che questi appuntamenti facciano molto meglio ai contestatori che ai governi.

Nel frattempo le leggi della Storia umana ci hanno illuminato sul potenziale aggregativo della coscienza collettiva alimentata dalla rete attraverso anche i fenomeni di Occupy Street.
Era tempo che effettivamente la piazza non recuperava la sua energia catalizzante. Che destino vedi per quel tipo di risultato popolare?

  1. DTorre/ Stella Diana – qualsiasi manifestazione popolare, che sia fisica o sul web è lodevolissima sebbene cozzi con l’indifferenza di gran parte del pianeta e, cosa peggiore, non smuove affatto coloro che hanno la capacità di cambiare davvero le cose…Ciò non toglie che suddette manifestazioni non debbano svolgersi in ogni luogo e in ogni momento. l web è una risorsa grandissima ed è l’unico tarlo che possa entrare tra le pieghe del sistema
  2. LCardone/Marenia –  Sensibilizzare le masse è l’unico modo possibile per far capire ai colossi capitalisti che il mondo è di tutti gli esseri viventi e non di pochi uomini furbi. Immaginate cosa accadrebbe se oggi stesso chiamassimo alle compagnie petrolifere dicendo che per protesta verso le loro politiche, per un mese non ci riforniremo. Tutti insieme. O che ad una famosa ditta di scarpe da ginnastica, più volte accusata di violazione dei diritti dei bambini nei paesi in via di sviluppo (termine pessimo), ricevesse da tutti i propri clienti, un diktat sulla verifica della filiera produttiva, e che finché non farà chiarezza per 2 mesi nessuno comprerà scarpe. E così con gli alimenti, per contrastare le violenze a cui sottopone i contadini una famosa corporate dei  semi OGM. Ma qual’è il salto di qualità? Quello di trasformare questa coscienza collettiva in espressioni di governo. Reali e internazionali. Come ogni fenomeno di questo tipo occorre avere tre capacità in quelle che indico come le tre C: conoscenza, comunicazione, caparbietà. La conoscenza serve a non commettere errori, di nessun tipo. Conoscere ad esempio attentamente le leggi, conoscere nei dettagli ciò a cui si oppone. Gli errori sarebbero fatali e sfruttati con intelligenza di chi sta dietro la propria scrivania e gestisce il potere economico. Conoscere quindi è la vera arma a disposizione. La seconda C è la comunicazione. La comunicazione dei movimenti deve essere unica ed estremamente professionale. Abbiamo imparato che i media possono prendere solo ciò che fa comodo e rimontare video e dichiarazioni come conviene al padrone. Probabilmente anche questa testata lo sta facendo. Allora occorre essere attenti e gestire la comunicazione come arma aggregativa. In ogni momento. Conviene spendere molto tempo sulla formazione di una buona comunicazione. Essa concorre, in tempo reale anche a limitare i danni. Ad esempio esistono software che permettono le dirette video web. Ecco, vanno usati dagli smartphone quanto più possibili. La terza C è la Solidità del movimento. Ovvero consenso, equità nell’ascolto delle proposte di tutti, e soprattutto indipendenza. Immaginate che il movimento siano sfere e che le  forze oppositrici siano capaci di inclinare il piano su cui queste sfere rotolano. Se queste sfere potessero avere aculei a 360° non resterebbero incastrate tra loro impedendo a tutte di cadere?
  3. Marco Francini

    Marco Francini

    Marco Francini – Occupy street è una cosa bella e spontanea, la rete è il presente e il futuro, la grande occasione che hanno tutti gli esseri umani. Ho visto che in germania i polizziotti tedeschi si sono tolti i caschi e hanno manifestato anche loro. Fantastico

La musica sta riflettendo quella pulsione o si agita ancora in una sorta di autoreferenzialità?

  1. DTorre/ Stella Diana – La musica in questo momento non ha nessun potere su nulla a meno che non sia direttamente filtrata e prodotta da chi vuole tenere nel sonno totale la gente…La musica è la forma d’arte più potente ed emozionale ma in questo momento storico è sottomessa e mortificata
  2. LCardone/Marenia –  La musica per essere motore reale di questa pulsione non deve essere soggetta al mercato. Quindi non devono esserci editori, case discografiche che sono parte dello stesso sistema deprecabile, culturalmente devastante e fatiscente che ha portato alla cancellazione della cultura a favore dell’intrattenimento ossessivo e compulsivo. Liberare la cultura e aaumentare a dismisura le libere possibilità di fruizione da parte di tutti è il primo passo. Il secondo è la cancellazione del monopolio della SIAE, per come la conosciamo oggi e ridisegnarla daccapo. Oggi esiste nella stessa un tale groviglio di cavilli che permette a pochi noti di essere molto ricchi e tantissimi autori pur essendo iscritti e producendo non hanno alcun beneficio.
  3. Marco Francini – La musica è molto indietro, vittima di modelli industriali vecchi e obsoleti, il cd è morto, il vinile non ricomparirà mai a livello industriale, ogni forma di produzione parallela e indipendente viaggia in rete ma è ancora in uno stato di gran confusione. Ma…attenzione ne vedremo delle belle…

Torniamo alla nostra realtà italiana e alle reazioni scomposte della politica partitica nei confronti dei palesi successi promossi negli ani trascorsi dai partecipanti al Mov 5 Stelle sulla e con la rete.
E’ mai possibile che questa trasversalità, questa assenza di gerarchie del movimento, non riesca a provocare nessuna reazione costruttiva nei partiti italiani? Sono così vecchi culturalmente?

  1. DTorre/ Stella Diana – L’italia è un paese culturalmente altissimo ma propositivamente vecchissimo.
  2. LCardone/Marenia –  Il Movimento 5 Stelle ha una grande caratteristica ed insieme un grande problema. Grillo. Vedremo come userà il potere. Hanno fatto talmente di quei danni quelli che lo hanno preceduto che non mi dispiacerebbe vederlo all’opera oltre le proteste. Purchè non sia totalitarismo. Tuttavia occorre che porti all’attenzione del grande pubblico quelli che saranno gli altri leader del movimento. In modo costante e chiaro. Diversamente ritengo che il movimento potrebbe essere debole proprio a causa della focalizzazione sul suo leader. E ne pagherebbe gli errori. I partiti italiani sono enormi dinosauri, che puntano su lobby, assistenzialismo, appalti, patti con l’antistato, familismo, scambi affaristici con banche, fondazioni, e tutto il peggio possibile. Occorre svecchiarli? No. Ignorarli e costruire il nuovo.
  3. Marco Francini – Sono d’accordissimo con grillo i partiti sono vecchie aziende che stanno morendo, ma all’interno di queste aziende bene radicate sui territori ci sono menti intelligenti che potrebbero nell’immediato futuro prendere il sopravvento. Il problema è ideologico quello non passa più. E’ un momento irreversibile. Le alleanze sono inutili. Bel casino. L’Italia è ad un bivio ma c’è ancora molta ricchezza che mantiene il vecchio cerone borghese.

A quando le strade occupate quindi da un movimento di musicisti/artisti per una vera legge sullo spettacolo?

  1. DTorre/ Stella Diana – L’occupazione non serve più a nulla, gli anni 90 hanno appunto fallito in questo. i musicisti devono sensibilizzare solo attraverso il loro prodotto che è la musica stessa così come gli artisti in toto dovrebbero continuare nelle loro manifestazioni senza demordere. il nostro paese non sa che farsene dell’arte in questo momento
  2. LCardone/Marenia –  I musicisti e gli artisti in Italia riusciranno a farsi rispettare quando smetteranno di essere servi. Chi alzerà la testa e trascinerà gli altri? E quando? Vedremo, ed essendo artisti, quando le vedremo saranno delle belle.
  3. Marco Francini – secondo me siamo prossimi, ma in questi anni tutti quelli che lavorano professionalmente nel settore arte sono diminuiti drasticamente e questo fa perdere forza alla categoria.Fare l’artista (nel senso + ampio del termine) a tempo pieno oggi è un lusso che pochi possono concedersi, soprattutto se giovani, per cui si affacciano sempre di più questi mostri dalle 2 o 3 teste lavorative che son metà dj, metà impiegati, metà avvocati, metà pr ecc Creano solo confusione e disperdono inutilmente risorse economiche sia pubbliche che private.
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