Duke Ellington & John Coltrane, Impulse, 1962

Questa prima scheda è preparata per un amico che aveva rivolto a me e ad altri amici un invito a fornirgli spunti per ampliare un “primo contatto con il jazzavvenuto con ritardo (L’amico  ha una quarantina d’anni. Ma non c’è un vero momento per incontrare la Bellezza nelle sue varie forme 🙂 )

In realtà, mi raccontava l’amico che, come accade a molti, l’incontro con il jazz era stato posticipato dagli stessi “adepti” del genere.

Mostri a cui va riconosciuta la non comune capacità di fare terreno bruciato attorno a sé, a tutto danno della Bellezza che sostengono di capire o di rifiutare per plebiscito dogmatico nelle riunioni in cui discettano di A) schemi tattici esecutivi del gruppo, B) chord changes in odore di modalità, consumandosi in inaspettati “Yeah!!” ed “Oohs!” in particolari passaggi dell’esibizione jazz.

Insomma, questi fanatici soffrono perennemente per una battuta mancata, il ricordo di una performance a cui non hanno assistito ma che, difesa dalla memorabilità di un evento mitologico, segna l’ineffabilità del sublime di fronte a cui ogni altra esibizione del presente svanisce nel colloquio da bar.

Ecco questo amico grazie a Dio e suo malgrado era sfuggito alla rete di questi pazzi. Ma un bel giorno la seduzione di un’Arte sublime, più forte di queste sciocchezze di costume che ho appena descritto, ha raggiunto le sue orecchie.

Caro amico, io ti proporrò in una forma quanto più immediata una serie di ascolti. Gli stessi che fanno parte della Bellezza Jazz che ho imparato ad apprezzare quando andavo con mio padre alle rassegne che si tenevano ad Ivrea all’auditorium dell’Olivetti.

Ero piccolo e mi ricordo di avere sentito suonare Franco D’Andrea in trio, mentre a casa compravo i dischi del Perigeo ed ignoravo del tutto i Weather Report perché nessuno degli amici comprava jazz rock. Mi divertivano molto le serate di blues, ho sentito uno sconosciuto ma bravissimo Tullio De Piscopo (1977/78) in trio elettrico. Era dietro una batteria enorme e la dominava con una presenza musicale impressionante!

Poi mio padre a casa aveva qualche disco di jazz degli anni ’50. Gli piaceva il jazz popolare, quello delle Big Band, il suono della modernità sentito alla radio del dopoguerra cioè Glen Miller. A me quel disco non diceva nulla, ma era un oggetto bellissimo da vedere con tutte le copertine di artisti dai nomi esotici come Gene Krupa per esempio.

Tutto ciò per dire all’amico che l’importante è sentirsi accolti, sedotti. E che ci sono sempre, come per ogni forma d’arte, di linguaggio diverse porte, diversi tempi, diverse disponibilità di tempo e di riflessione interiore a cui fare affidamento per capire o meglio sentire improvvisamente un domani ciò che ci era ignoto o addirittura ostico oggi 🙂

Quindi puoi entrare in questo mondo, ma in genere nella musica attraverso un musicista e/o uno strumento compresa la voce che E’ uno strumento oppure un periodo musicale, un movimento/manifesto stilistico.

Io ti presento, per cominciare, “Duke Ellington & John Coltrane“, Impulse, 1962 un disco che mi è caro perché è popolare immediato nei motivi e nella qualità esecutiva, nei generi ( ci sono almeno tre pezzi blues), è suonato da un quartetto capitanato da due leader della Grande Storia del Jazz cioè un grande compositore, pianista e direttore d’orchestra come Duke Ellington che all’epoca aveva 63 anni e il più giovane John Coltrane, tenor sassofonista che aveva da tempo superato “il mezzo del cammin“della sua vita artistica. ma che avrebbe ancora avuto parecchio da dire nei cinque anni di esistenza che gli rimanevano.

Impulse è il nome dell’etichetta discografica che potrebbe essere un’altra porta dalla quale entrare in questo mondo.

Per ora ti basti sapere che è un’etichetta prestigiosa legata a degli studi di registrazione all’avanguardia per il periodo.

Nel cd ci sono 4 pezzi di Ellington (In a sentimental mood, Take the Coltrane, Stevie, Angelica) uno di Billy Strayhorn (My little brown book) il geniale mitico arrangiatore di Ellington, un pezzo a firma di Ellington, Simon, Troup The feeling of jazz e un solo pezzo di “Trane” Big Nick

Il jazz è, come saprai, improvvisazione. E’ quella, che si apprezza. Ovvero il  funambolismo tecnico, linguistico di chi la interpreta che diventa estetica, un’estetica che si nutre di sfide al ribasso o al rialzo a seconda del pelo grosso o del dolore umano dell’uomo o della donna che ci dona la sua percezione del mondo.

Nel jazz trovi classici del pop di ogni tempo divenuti temi comuni o meglio standard dell’esercizio musicale della band. Ma anche composizioni originali ovviamente di autori come appunto Ellington e Coltrane.

Ambedue registrarono questo disco il 26 settembre del 1962, fecero grosso modo un concerto in studio, buona la prima (nel senso della ripresa di registrazione o take) e via con il pezzo successivo.

Non è L’ALBUM della loro carriera, no. Coltrane stava suonando con diversi musicisti in quel periodo tra cui Hartman un magnifico vocalist.

Nel jazz ci sono codici che consentono ai musicisti fare delle jam (significa marmellata ma sta per improvvisazione)  anche se non sino mai visti prima. Anzi proprio questo è il brivido o uno dei valori aggiunti della improvvisazione jazzistica.

Nel cd suona un quartetto classico: piano (Ellington), batteria (Elvin Jones e Sam Woodyard i batteristi dei gruppi dei due leader), contrabbasso (Jimmy Garrison e Arano Bell i bassisti dei gruppi dei due leader) e John Coltrane al sax tenore e soprano.

Eseguono il tema in genere due volte, quindi parte l’improvvisazione del sax o del piano per u tot di battute, segue quella dell’altro strumento per un altro tot di battute, quindi o riprende il solo del primo strumento si esegue di nuovo il tema e si chiude.

Ci sono molte variabili in mezzo è ovvio.

Che ti devo dire su questo sax, su questo lascito al’umanità da parte di questa anima? Qui spicca l’eleganza sommessa, tesa, bluesy, rapita e misurata che doveva al culto del Grande immenso Duca che gli sedeva accanto.

Spero ti piaccia.

 

Questa voce è stata pubblicata in Articoli, News e contrassegnata con , , , , . Contrassegna il permalink.